Un Amore
Nel riadattamento del testo reso in forma di monologo, Paolo Briguglia darà corpo e voce al protagonista della storia: Antonio Dorigo, borghese architetto inabile a scegliere tra lo status sociale e l’amore vero. Controverso e disinteressato ad affetti sinceri e fruitore di prestazioni sessuali occasionali con ragazze molto giovani, anche minorenni. Il suo equilibrio inizia a vacillare quando Laide, una giovane ballerina di fila della Scala, farà ingresso nella sua vita, Dorigo farà esperienza di un amore vero, di esemplare limpidezza, ma destinato a smarrirsi nella menzogna, come in un labirinto.
Buzzati lascia il lettore viaggiare nella mente del protagonista, tra i suoi pensieri ossessionanti, nel fluire come un fiume in piena di monologhi interiori che spezzano il respiro, arrecando sensazioni di malessere e portando alla luce le inquietudini e i numerosi interrogativi che attanagliano la mente di Dorigo. Allo stesso modo, anche nella rappresentazione teatrale, la serie di domande retoriche e le numerose contraddizioni diventano il filo drammaturgico di un monologo potente, e Paolo Briguglia, attore eclettico dotato di grande sensibilità e intensità interpretativa, riesce a rendere nel migliore dei modi i meccanismi mentali che entrano in funzione nella testa di Antonio Dorigo.
La dimensione spazio temporale entro cui i protagonisti si muovono è scandita dalla musica: la scelta della colonna sonora di dimensioni pop, nazional popolare, rispetta l’intensa produzione musicale e cantautorale degli anni 60, da “ma che freddo fa” di Nada a “innamorati a Milano” di Remigi, ricrea quel fermento artistico e produttivo proprio di quegli anni di grande frenesia, in cui la ripresa economica fa da contraltare a una borghesia bigotta che al valore umano, sostituisce pian piano il valore del denaro e della “posizione sociale”. Dorigo attende e si fa domande, sperando, al contempo, che le cose vadano per il meglio. La paura che la propria amata non si presenti all’appuntamento; la gelosia che prova nel pensare che lei possa essere con qualcun altro; l’ansia di vederla anche solo per qualche minuto, solo il tempo di accompagnarla alla stazione. Sono tutti sentimenti che Dorigo prova, ma che qualsiasi innamorato ha provato. Anzi, per usare le parole di Montale, che “tutti gli uomini che non hanno gli occhi e il cuore foderati da una cotenna di lardo hanno almeno virtualmente provato”.
Ma è appropriato il termine “amore”? L’amore dipinto da Buzzati è estremamente attuale; in un’epoca in cui le notizie di femminicidi ci raggiungono quotidianamente, Buzzati dipinge perfettamente il ritratto di un rapporto morboso, un equivoco, dove l’ossessione viene confusa con l’amore.
