odissea infinita

Otello

Da William Shakespeare

Con ROBERTO CIUFOLI

Adattamento e Regia ALESSANDRA PIZZI

NUOVA PRODUZIONE 2023

“Gli uomini dovrebbero essere quello che sembrano”

WILLIAM SHAKESPEARE

 

“Guardatevi mio signore, dalla gelosia!” Tutto questa grande opera ruota, a mio avviso, attorno a questa frase: guai a chi pur amando non si fida dell’amato, ma da’ credito a voci di presunti amici immaginando che questi siano fidati e benevoli. Non credere a ciò che ti viene detto, ma a ciò che vedi, ama chi ti dimostra il suo amore ed allontana chi dalla tua vicinanza vuole ottenere solo benefici. William Shakespeare, a più di 400 anni dalla stesura di questa tragedia, sa’ essere ancora estremamente attuale.
Nell'”Otello” la parola diventa destino e per questo, al di là dei molti temi di cui la tragedia è ricca essa offre il suo più straordinario contributo nel proporre una nuova, moderna immagine di eroe tragico. Un eroe che cade perché non riesce a leggere il mondo e perciò a conoscerlo. Esso è per lui una sfinge, un enigma, e la parola è mistero e inganno, illusione e simulazione, apparenza che però incide sulla realtà e la distorce, rendendo la conoscenza impossibile e portando alla catastrofe.
Ad Alessandrta Pizzi (adattattrice e registadello spettacolo), spetta il merito di aver “coinvolto ” un attore di caratura elevata a dismetter i temi e le sembianze solite in cui si è abiututi a vederlo lavorare, per vesire quelli della “tragedia”…per eccellenza.
Roberto Ciufoli, cosa che è accaduta raramente nella sua pur lunghissima carriera artistica”, entra in contatto con il tema della classicità, portando la forza interpretativa di un attore a servizio di un’opera magistrale repertorio.
“Se non bisognava far ridere, allora tanto valeva fare piangere sul serio, affrontando il pardigma della tragedia, la storia d’Amore che, come poche altre, riesce a trascinarci nei meandri della follia e in quell’equivoco che ci spinge a chiamare Amore, ciò che da esso è più lontano”, dice la regista.
Perchè la storia del “Moro di Venezia” è da sempre ritenuta una delle più belle storie d’amore, portate ad un tragico esito per colpa di un personaggio tipicamente malvagio. Se prendiamo il testo e lo leggiamo attentamente, cercando di staccarci quanto più possibile dalle idee e dagli stereotipi di cui abbiamo spesso sentito parlare e che ci hanno sempre dato fin dai tempi della scuola, ci accorgiamo che Otello è tutt’altro che una storia d’amore. Iago odia Otello perché è nero, perché non lo ha scelto al posto di Cassio come suo Luogotenente e perché “si dice in giro” che sia stato a letto con sua moglie, Emilia. Ma di questo ultimo dettaglio, non abbiamo prove.
E così è la gelosia crescente e malata di Otello, priva di fondamenti: Otello si fida ciecamente delle parole di Iago, e non mette mai in dubbio la verità di quelle affermazioni. Anzi premedita l’omicidio insieme a Iago in più occasioni, fino addirittura a lasciarsi consigliare dall’alfiere di ucciderla strangolandola invece di farla a pezzi. La stessa Desdemona viene accusata e uccisa senza sapere quale “peccato” possa aver commesso ma difende sempre e comunque l’uomo che la uccide, anche sul letto di morte . Il finale è la vera rivelazione degli intenti shakespeariani: Otello si autogiustifica come “assassino d’onore” , quasi a dire: “Se mi avesse davvero tradito, sarebbe stato giusto ucciderla”. Otello non è una storia d’amore, ma è la storia di un femminicidio come ne accadono tanti a tutt’oggi.