La Signorina Else
Else è una giovane borghese di Vienna che si trova in vacanza presso un lussuoso hotel in svizzera, ospitata dalla zia. Una lettera dalla madre rivela che il padre ha sottratto del denaro a un giovane ereditiero di cui era tutore e rischia il carcere se non restituisce la somma. Non è la prima volta che la famiglia si trova in guai economici per colpa del padre e la madre prega Else di chiedere a un amico di famiglia, il Signor Dorsday, di aiutarli. Dorsday, che soggiorna nello stesso hotel di Else, accetta di coprire il debito, ma pone una condizione: Else dovrà spogliarsi davanti a lui e così rimanere nuda per 15 minuti. La proposta getta la giovane in un tumulto emotivo-esistenziale: tra il rischio di uno scandalo e le velate minacce di suicidio da parte del padre, Else non sa più cosa sia giusto fare. Il lettore-spettatore segue la trama sconnessa dei pensieri di Else che decide alla fine di accettare la proposta di Dorsday, ma a modo suo, scendendo nella hall dell’albergo e mostrandosi nuda davanti a tutti.
LA “ELSE DI SCHRÖDINGER”
Else è in continuo dialogo con sé stessa nel valutare le alternative e i risultati delle sue azioni: in questo adattamento due diverse interpreti danno corpo ai dubbi e alle contraddizioni interne della protagonista. Questi due lati incarnati di Else passano dal riprendersi e rimproverarsi a vicenda, al supportarsi e incoraggiarsi, mantenendo la fluidità e complessità del rapporto che la protagonista ha con se stessa e con l’ipocrita e incomprensibile sistema di valori in cui è cresciuta. Per rispondere all’impossibile dilemma in cui si trovano le due Else giungeranno a due soluzioni diverse: mentre una seguirà il cammino segnato da Schnitzler bevendo un intero bicchiere di Veronal e addormentandosi per sempre, l’altra troverà la speranza in una partenza (o forse una fuga?), che preannuncia una nuova libertà fuori dagli schemi della sua famiglia ed ancora più crucialmente della sua stessa storia. Due realtà si compiono nello stesso momento: lo spirito di Else è liberato attraverso il suicidio o con la fuga? L’ambiguità del finale, che non è lasciato “aperto”nel senso tradizionale, ma al contrario “chiuso” due volte, pone al pubblico una domanda senza risposta. Else è viva o morta? Può essere entrambe le cose?
LA MEDIO COSCIENZA
Schnitzler era uno studioso di psicologia ed è questa disciplina ad aver ispirato molti suoi racconti basati sul sogno e sull’irrazionale. Uno degli elementi cardine del suo pensiero è la medio coscienza; secondo Schnitzler non esistono solo un luogo del conscio e uno dell’inconscio, come invece pensa Freud, ma anche uno spazio intermedio, nel quale ricordi, traumi e sogni affiorano verso il conscio o sprofondano nelle parti più oscure della nostra mente. Questo stato simile al sonnambulismo è quello che Schnitzler vuole cogliere nelle sue storie, rappresentando l’incontro tra gli aspetti sensoriali e reali della vita umana e quelli emozionali e istintuali.
L’adattamento teatrale di Theate Turnings dà corpo alla medio coscienza descritta dalla penna di Schnitzler. Else è il centro della rappresentazione, e il pubblico segue tutta la vicenda dal suo punto di vista. Per questo motivo il suo costume è l’unico elemento scenico realistico, ispirato alla moda della belle epoque e realizzato tramite la collaborazione con Miriam Razza, truccatrice e consulente d’immagine. I colori utilizzati hanno un forte valore simbolico e sono tratti direttamente dal romanzo: al rosso del sesso e della passione si affianca il nero, funereo, elegante, denso di regole.
Il mondo intorno e fuori da Else è scomposto in simboli rappresentativi del suo modo di vedere la realtà. Pochi elementi architettonici esprimono in maniera minimale i diversi luoghi dell’hotel in cui Else si trova: il bar, il salone, il corridoio, la camera da letto. La danza e il movimento sostengono questa visione simbolica ed onirica: i due corpi di Else si trasformano e interagiscono completando e dialogando con il suo flusso di coscienza.
